Massimo Pinto

10/24

19 Dec 2008

Una delle doti che i ricercatori devono apprendere e’ scrivere delle buone note sperimentali sui propri quaderni di laboratorio. Si puo’ programmare un esperimento alla perfezione, con tutte le previsioni possibili, ma quando sei li’ agli strumenti, in laboratorio, non sempre tutto va bene. Ti cade un contenitore, magari metti un’etichetta alla provetta sbagliata, oppure sbagli la temperatura, o il tempo di un trattamento. Niente paura. L’importante e’ annotare sempre tutto, religiosamente. Se il risultato non e’ ragionevole, sara’ facile tracciare il momento in cui e’ stato commesso un’errore (e la prossima volta ci si sta molto piu’ attenti). Oppure, la misura e’ buona, magari migliore del solito. Vuoi vedere allora che quella centrifuga di 4 minuti, invece dei 7 minuti che avrei dovuto programmare, ha migliorato il protocollo?

Be’….per quanto scrupoloso sia stato la scorsa settimana, non mi e’ chiaro che cosa abbia determinato il fatto che 10 dei 24 campioni di RNA che ho estratto della celluline del mio esperimento siano di scarsa qualita’. Operazione da ripetere. Rivedo i miei appunti e non capisco cosa e’ andato storto in quei campioni. Eppure, la prima volta era andata liscia per davvero e mi sentivo caricato. Avevo anche segnato per bene un mezzo errore che mi aveva insospettito, e che avevo risolto solo nelle ultime 6 estrazioni. In effetti, queste ultime sono andate un pochino meglio delle prime, ma i dubbi restano. Non mi convinco.

Intanto che sto ripetendo le estrazioni di RNA dai 10 campioni venuti male la prima volta, mi propongo di accettare che, alle volte, certe variabili non sono controllabili. Il mio ex capo, Roger, certamente piu’ senior di me, aveva rinunciato a cercare la spiegazione di alcuni fenomeni che gli rimbalzavano contro, nel suo laboratorio. A cuor leggero, sapeva che quella variabile li’ lui non la poteva gestire. E se anche io la mia variabile impazzita non la posso gestire…mi sa che dovro’ provare e riprovare.

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