A proposito di apparecchiature di laboratorio condivise, parlavo l’altro giorno con il mio ex prof, Roger, in New Jersey, perché finalmente stiamo per inviare il nostro ultimo manoscritto ad una rivista, e lui mi spiegava che ha avuto delle settimane molto movimentate per il trasloco nei nuovi laboratori. Li vidi questi nuovi laboratori, fichissimi, nuovissimi, luminosissimi, in un edificio adiacente quelli vecchi. In quei laboratori il concetto di condivisione delle apparecchiature raggiungeva una dimensione nuova: si condivide la stanza in cui si lavora. E’ un po’ come essere in un supermercato, ma con gli scaffali più bassi, destinati alle apparecchiature da banco ed alle postazioni dei post-doc, e senza la musichetta easy-listening di sottofondo. Ciascun principal investigator (capo progetto), in possesso di uno o più finanziamenti, ha a disposizione una o più corsie. Io che sono giovane avrei una parte grande come la zona per le spezie da cucina. Roger, che è già un prof. ordinario, avrebbe tanto spazio quanto la zona dove c’è la pasta, riso e cereali per la colazione. Immediatamente accessibili alle corsie, numerosi laboratori condivisi con la strumentazione più all’avanguardia, di cui parlavo nel post dell’altro giorno. Chiesi a Roger perché non c’avessero pensato prima ad una soluzione del genere, perché ne vedevo solo vantaggi. Lui mi sfidò, come spesso faceva: “Prova a pensare quale è il vantaggio di una struttura modulare per l’Università, non quello per il ricercatore”. Non ci arrivai. La risposta era questa: se perdi un finanziamento e paghi corrispondentemente meno nelle casse dell’Università, il tuo spazio si riduce perché, presumibilmente, avrai meno studenti e post-doc a lavorare per te. Lo spazio che hai ceduto andrà ad altri che in quel momento sono più lanciati di te. Se poi le cose dovessero andare meglio, riavrai il tuo spazio ed anche di più. E’ facile cedere un pezzo di bancone, meno facile cedere una stanza intera. Ma voi ve lo immaginate un professore ordinario, in Italia, cedere parte del proprio castello al più giovane arrivato, plurifinanziato e lanciatissimo ricercatore?