Si parla ogni tanto di peer review, tradotto in Italiano come revisione tra i pari, e mi permetto di dire che piu’ volte mi e’ sembrato che questa parola venga sbandierata - nelle nostre terre - come un’autocertificazione di lealta’, di correttezza, come a lasciare intendere che, normalmente, non si segue il percorso della revisione tra i pari laddove sarebbe necessario.
E’ bene forse fare qualche esempio dei benefici di tale procedura, perche’ potrebbero non essere sempre ovvi. Un buon esempio di revisione tra pari - in questo caso a posteriori, purtroppo - e’ la discussione densa di carattere scientifico che e’ nata sul Blog Made in Italy, a cura di Marco Cattaneo, a proposito delle misure di picchi di radioattivita’ di Radon come indicatori di terremoti. Un amico lettore di Post D.O.C., forte della sua esperienza in fatto di Radon e radioattivita’, ha prestato le sue conoscenze, per fare un po’ di chiarezza sulla questione Radon e Giuliani. La discussione che ne e’ venuta fuori e’ ricca di dettagli ed e’ un ottimo esempio di come si critichi la scienza: con le competenze di chi se ne occupa. Inutile chiedere il parere alla soubrette di turno in televisione. Il parere va chiesto ai colleghi prima di fare scalpore.
Sono molti e diversi gli ambiti in cui occorre una revisione tra pari, i piu’ noti sono la pubblicazione di articoli su riviste scientifiche e la richiesta di finanziamenti per nuovi progetti di ricerca. In tutti questi casi i revisori sono invitati a prestare la loro esperienza e ‘servire’ per la selezione, dare suggerimenti, contribuire, insomma, ad identificare i meritevoli. La scorsa settimana mi e’ giunta la richiesta di fare da revisore per una quarantina di lavori che i corrispondenti autori intendono presentare ad un convegno che si svolgera’ in USA il prossimo Ottobre. E’ un’offerta che non si rifiuta, nonche’ un privilegio, quello di essere riconosciuti come esperti in un settore ed essere chiamati direttamente a giudicare il lavoro dei propri colleghi. A titolo assolutamente gratuito. Nel caso di questi Abstracts, mi viene chiesto di indicare se il lavoro e’ accettabile per essere presentato al congresso, e se e’ piu’ opportuno che sia presentato come poster o come comunicato orale. Se si tratta di un Abstract di un giovane, occorre indicare anche se e’ meritevole di borsa di studio per alleviare le spese di partecipazione al convegno. I migliori Abstracts dei giovani, inoltre, competono per l’assegnazione di premi aggiuntivi, di riconoscimento d’eccellenza. In questa procedura di selezione, non e’ banale che io non sia messo a conoscenza degli autori del lavoro che si intende presentare al congresso. Questo per limitare le scelte basate sulle antipatie…magari qualche revisore potrebbe cercare di penalizzare un suo concorrente.
Sebbene il lavoro di revisore sia una distrazione alla propria attivita’ di ricerca - richiede tempo ed impegno - si tratta di un procedimento indispensabile, intorno a cui si muove la complessa macchina della ricerca scientifica. Diffidate della scorciatoie: le affermazioni lanciate direttamente sui media e che non godono dell’approvazione degli esperti dovrebbero far suonare un campanellino d’allarme.