Il numero di Aprile del così detto Green Journal dedica una vetrina al problema dei ‘Secondi cancri’ in Radioterapia[1]. Si tratta del problema, emerso in quest’ultima decade, di poter contrarre un secondo tumore, a causa della radioterapia che anni prima aveva curato una prima neoplasia. Io stesso sono molto affezionato a questo problema, al punto che ho già preparato dei progetti di ricerca in merito, ora sottoposti alla valutazione per l’assegnazione di finanziamenti.
Per comprendere l’origine dei secondi cancri occorre apprezzare che, mentre dosi elevate di radiazioni ionizzanti possono essere adoperate per sterilizzare un tumore, è anche vero che basse dosi delle stesse radiazioni ionizzanti, impartite ai tessuti sani durante la radioterapia, possono aumentare il rischio di insorgenza tumorale (sopravvissuti di Hiroshima, abitanti nelle aree intorno a Chernobyl, rischio di cancro polmonare da gas Radon). Detto altrimenti, le radiazioni sono uno strumento di cura, a dosi alte, ma possono essere anche un agente carcinogeno, a dosi basse.
La circostanza in cui un giovane venga sottoposto a radioterapia per curargli un primo tumore, vedendolo poi nuovamente ammalato di cancro a distanza di molti anni a causa di un possibile effetto carcinogeno delle radiazioni su quelli che erano stati i suoi tessuti sani, è estremamente infelice.
E’ bene chiarire subito alcuni punti, e lo faccio qui servendomi di quanto scrivono due esperti quali K. R. Trott[2] e M. Tubiana[3]. Lo scopo della radioterapia del cancro è salvare la vita del paziente, cercando di limitare gli effetti collaterali al minimo possibile. Senza la cura del primo tumore, non si può parlare dell’insorgenza di un secondo tumore, legato all’uso terapeutico delle radiazioni ma non riconducibile al primo. Quindi la possibile associazione tra radioterapia e secondi cancri non invalida l’uso delle radiazioni come agente di cura, ma solleva problematiche nuove e le cui soluzioni potranno aiutare a definire i futuri piani di trattamento in radioterapia, i quali non tengono ancora conto di questo possibile rischio.
Non è ancora chiaro, e sarà oggetto di intenso studio, quali siano i fattori di rischio, ma si ipotizza che l’associazione tra radioterapia e secondi cancri sia funzione dell’età, degli organi interessati, della dose impartita, della distribuzione e del rateo di dose, fattori ereditari, suscettibilità individuale. Un problema piuttosto complesso, quindi, che sarà affrontato dapprima raccogliendo ogni evidenza clinica, come si propone di fare un consorzio di ospedali ed università europee[4]. Anche i radiobiologi si daranno da fare, in laboratorio, per cercare di comprendere i meccanismi alla base di questa problematica.
Alcuni dati.
1) Il rischio di contrarre un secondo cancro per effetto della radioterapia sarebbe almeno dieci volte inferiore al rischio di un’insorgenza di una recidiva del primo tumore, evidentemente non curato completamente. 2) Mentre una recidiva si presenta entro pochi anni, un secondo cancro da radioterapia è un fenomeno che può verificarsi nell’arco di una o più decine di anni. Pertanto, quello dei secondi cancri è un problema di salute pubblica che interessa maggiormente i pazienti giovani (o giovanissimi) della radioterapia. Anche per questa ragione il problema dei secondi cancri è così recente: in passato, la sopravvivenza dopo cinque anni dalla radioterapia era considerata un sucesso pressoché assoluto, e non ci si poneva il problema di seguire il percorso dei pazienti decine di anni dopo la terapia.
Citando ciò che scrive Tubiana[5], la filosofia emergente in radioterapia è impartire la minima dose possibile senza compromettere l’efficacia della terapia, e non più impartire la dose maggiore possibile prima di incorrere in effetti collaterali.
[1] Klaus Rudiger Trott, Editoriale, Radiotherapy and Oncology, vol 91 (2009) pp 1-2
[2] Klaus Rudiger Trott, Editoriale, Radiotherapy and Oncology, vol 91 (2009) pp 1-2
[3] Maurice Tubiana, Can we reduce the incidence of second primary malignancies occurring after radiotherapy? A Critical Review, Radiotherapy and Oncology, vol 91 (2009) pp 4-15
[4] Progetto Allegro.
[5] Maurice Tubiana, Can we reduce the incidence of second primary malignancies occurring after radiotherapy? A Critical Review, Radiotherapy and Oncology, vol 91 (2009) pp 4-15