In tempi di vacche magre della ricerca, cresce l’esigenza di valutare quanto bene sia speso il denaro per finanziarla. Il problema non riguarda soltanto i governi e le fondazioni private, ma anche i fruitori dei finanziamenti, i ricercatori, che sperano di competere per l’assegnazioni di questi fondi in gare che premino il merito. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista della European Molecular Biology Organization[1], c’è il rischio - in mancanza di validi metodi per l’analisi dell’efficacia dei piani di finanziamento, di una crescente mancanza di rispetto da parte dei riceercatori verso questi piani.
Resta il problema di come misurarli, i risultati della scienza. Il rapporto EMBO applica - per la valutazione della produttività scientifica di interi paesi - gli indicatori comunemente usati, seppure non esenti da critiche, per la valutazione dei singoli ricercatori e del loro operato, quali il numero di articoli pubblicati o il numero di volte che questi sono stati citati (perché letti e ritenuti validi) in altri articoli.
Nel quadretto che ne emerge, l’Italia non sta messa troppo male. Le vere ‘tigri’ della ricerca europea, i paesi la cui crescita scientifica è stata più impressionante, sono i paesi Baltici (+400% in Lituania tra il 2000 ed il 2006) insieme a Portogallo, Romania e Grecia. In generale, sembra che l’output della ricerca sia cresciuto in tutti i paesi dell’Unione, anche se, mediamente, la percentuale del PIL destinata alla ricerca scientifica sia rimasta incollata ad 1.84 punti percentuali. Questo è sicuramente un dato positivo.
Come ricercatore, però, non mi sento di poter riporre fiducia piena nell’uso di questi metodi per valutare la ricerca, ne’ su piccola ne’ su larga scala. Sono metodi ‘automatici’, che non tengono conto della complessità del problema. La ricerca scientifica si ingrandisce, ma la sua gestione migliore, probabilmente, resta ancorata ad un sistema di valutazione che può funzionare solo in comunità piccole: chiedere il parere agli esperti, senza preoccuparsi se la produttività percorre alti e bassi, perché il cammino verso le scoperte, dicono i saggi, non sempre è una linea retta.
Buon Ferragosto!
[1] Beatrix Groneberg-Kloft, David Quarcoo & Cristian Scutaru, Quality and quantitiy indices in science: use of visualization tools, EMBO Reports (Science and Society) 10, 8, pp 800–803 (2009) con informazioni aggiuntive online