Massimo Pinto

Almeno avesse qualche applicazione pratica...aaarggh!

15 Sep 2008

Sabato ero alla festa di compleanno di un caro cugino, con molti altri cugini. Ad un certo punto, qualcuno ha detto che avrebbe aderito ad un evento di protesta, un sit-in, pare, contro gli esperimenti appena iniziati al Large Hadron Collider, al CERN. Per cercare di fermarli. La ragione della protesta, in sostanza, risiede nell’assurdita’ di eseguire esperimenti che comportano un rischio per l’umanita’ e che, oltretutto, sono cosi’ costosi e non hanno garanzie di applicazioni pratiche.

Calma. Che i miei familiari non fossero dotati di una speciale immunita’ nei confronti del virus apocalittico che ci ha contagiati nelle ultime settimane, a proposito dei buchi neri al CERN e della nostra morte certa[1], avrei dovuto aspettarmelo. Ma quello che mi ha deluso e’ stata la storia delle ricadute pratiche. Mannaggia, mannaggia, la scienza e la ricerca non funzionano cosi’, con le garanzie. Non si puo’ pensare di investire tot ed avere tot scoperte (tutte applicabili). Se lo fanno con voi, stanno giocando al gatto e la volpe.

Come rappresentante della scienza in famiglia (l’altro era assente giustificato: sta studiando per prendere un titolo di PhD in Australia e non e’ potuto venire in mio soccorso), ho cercato di ricordargli che se la nostra civilta’ moderna e’ al punto in cui si trova, cio’ e’ in larga misura dovuto alle scoperte non completamente previste, alla ricerca di base. Certamente non e’ solo merito della ricerca di base. Gli esempi che ho portato erano il solito vecchio raggio laser (scoperta casuale, ma senza la quale oggi non avreste i CD, i DVD, ed un mucchio di altre cosucce), il progresso delle scienze biomediche che hanno portato all’elevazione della vita media, e piripi’ piripo’. Non dobbiamo dare queste cose per scontate: sono il frutto di uno sforzo intellettuale ben piu’ grande di noi, da Galileo ad Einstein, da Newton a Maxwell ed a migliaia di meno famosi.

Spesso le scoperte vengono fuori dal percorso previsto, magari dall’intersezione tra due aree che prima si conoscevano poco. A questo proposito, l’ultima copia de The Economist, ora in edicola, tocca un argomento interessantissimo: l’intersezione tra gli studi sulle cellule staminali ed il cancro, e le nuove cure che questa potrebbe portare. La rivista internazionale sottolinea quale sia il valore della ricerca generale, e scrive:

Nella scienza, non sai mai in anticipo da dove otterrai la risposta (a cio’ che cerchi)

Conosciamo questo mondo ancora poco. Imparare, semplicemente, a conoscerlo meglio ci portera’ tanti altri buoni frutti. Senza fretta. Del resto, a jatt pe ffa ambress facett e figlie cecat[2].

[1] Ad ogni modo, non e’ accaduto ancora nulla di apocalittico. A me sono spuntati dei foruncoli sulla tempia, ma credo che sia una mezza intossicazione alimentare e no, non me la sento di dare la colpa ad Higgs.

[2] La gatta, per la fretta, partori’ figli ciechi.

Riproduzione autorizzata di un articolo originariamente pubblicato sulla rivista online Galileo. Il copyright di questo materiale è di proprietà di Galileo Servizi Editoriali.