Massimo Pinto

piacere, B-2817-2008

11 Mar 2009

Tutti i lettori che rispondono al nome di Calogero Spandapicchio possono stare tranquilli. Ma se ti chiami Mario Rossi, o Gennaro Esposito, e vuoi che qualcuno trovi agevolmente tutte le pubblicazioni scientifiche in cui figuri come autore, mi sa che sei nei guai. Lo sanno bene anche i Cinesi, i cui nomi sono poco ‘unici’, con tutti quegli Zhou, Li e Chang. L’anno scorso ne parlò anche Martin Fenner sul Nature Network. E saranno guai anche se ti chiami Irene Sandri, poi ti sposi e ti chiami Irene Russo: figurerà che la Sandri non pubblica più, e comparirà, dal nulla, la ricercatrice Irene Russo. Che si tratti della stessa persona lo sa la Irene, il marito e pochi altri. Per circumnavigare questo problemuccio si potrebbe dovere ricorrere ad un’identificazione univoca dei ricercatori, con una sigla di qualche tipo, e fare in modo che questa identificazione sia presente, oltre al loro nome, in ogni pubblicazione scientifica a cui abbiano contribuito. Del resto, il signor Pinto M ha pubblicato, secondo l’archivio PubMed, quasi 800 articoli che, ahime’, non sono tutti miei.

Un articolo di Bourne & Fink di un paio di mesi fa[1] partiva dal fenomeno OpenID (mi ci sono messo anche io seguendo l’esempio di alcuni colleghi Britannici), possibile soluzione al problema delle tante User ID e passwords che dobbiamo ricordare per accedere a siti protetti. L’articolo spiegava che nel caso della ricerca esiste un prodotto analogo ad OpenID, ma, pur essendo per ora gratuito, è proprietario della Thomson Scientific e si chiama ResearcherID. Thomson potrebbe imporne un uso a pagamento, un giorno o l’altro, e di sicuro uno strumento gratuito, come Scopus di Elsevier potrebbe guadagnarsi una diffusione maggiore.

Vista l’epidemia del mondo accademico di valutare i ricercatori e la loro produttività in moto automatico, con indicatori numerici, e visto che ancora non ne siamo guariti, tanto vale esser sicuri che, se dobbiamo esser valutati, almeno lo siamo per tutto ciò che abbiamo pubblicato. Dunque…oltre che ad avere un nome ed un cognome, occorrerà presto presentarsi anche con il nostro identificatore univoco.

Ci siamo già visti, magari ad un altro congresso? Ad ogni modo, molto piacere, io mi chiamo B-2817-2008.

[1] Bourne PE, Fink JL (2008) I Am Not a Scientist, I Am a Number. PLoS Comput Biol 4(12): e1000247. http://dx.doi.org/doi:10.1371/journal.pcbi.1000247

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