Massimo Pinto

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12 May 2009

Ettore, pseudonimo, lavora all’Istituto Superiore di Sanità e si trova, con dubbi, su un percorso detto di stabilizzazione. Ha quarant’anni, è sposato, ed ha due figli in età pre-scolare. Ha poco di cui sentirsi stabile, Ettore. Il suo contratto con lo ISS scade alla fine di Giugno e l’attuale legge sulla stabilizzazione stabilisce che non potrà essere rinnovato. I primi contratti di Ettore erano di durata 36 mesi, poi sono diventati di 24 mesi, poi ancora di 12 mesi e l’ultimo, per traghettarlo fino al 30 Giugno 2009, di soli 6 mesi. Ciononostante, gli hanno detto che lui è in una botte di ferro. Con poco più di 40 giorni dalla scadenza del suo contratto, questo ferro sarà pure arruginito un pò. Magari andrà davvero bene, ed il suo contratto sarà ancora rinnovato (per 3 o 2 mesi? La regressione di cui al titolo non è chiarissima) ma certo non è divertente andare avanti con contratti di così breve durata. Che fare, nel caso in cui il processo di stabilizzazione subisse delle interruzioni, anche se di qualche mese? Tra pochi mesi il primo figlio inizierà la prima elementare. Hanno da chiedersi, e da tempo, Ettore e moglie, se non sia questo il momento giusto di cambiare aria, dal momento che di opportunità di carriera altrove - scritte con regole chiare - Ettore ne ha. Magari non sono botti di ferro, ma la carriera di Ettore dipenderebbe di più dalle sue capacità, da sistemi più snelli del nostro. Ah… quasi dimenticavo. Con collaborazioni internazionali ed una bella testa, Ettore non è certo uno mediocre. Il merito, come spesso si conviene dalle parti dello Stivale, non rientra - automaticamente - nel discorso. Certamente non nella stabilizzazione, per la quale il merito maggiore è essere stati fermi nello stesso posto per molti anni.

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