Massimo Pinto

Siamo Cattolici, niente peer-review

16 Jun 2009

Sono rimasto colpito dall’analisi del giornalista Gilberto Corbellini, autore di un articolo[1] segnalatomi da un amico caro che sa far risuonare le corde dei miei interessi. Questo blog dedica infatti una categoria al tema della peer-review, la revisione tra i pari, i colleghi, gli esperti di un settore scientifico, gli unici, si ritiene, che possano giudicare la qualita’ della ricerca. Corbellini denuncia la scarsa propensione, nel Bel Paese, a sottoporsi alla critica degli esperti, riportando che nel 90% dei casi la peer-review non viene adoperata per l’assegnazione di fondi per la ricerca scientifica. Evidentemente, tali fondi sono assegnati attraverso un procedimento di peer-review all’Italiana. Preoccupante.

Il confronto tra il costume Italiano e quello Anglosassone, secondo Corbellini, trova spiegazione nella dottrina Religiosa. Gli Anglosassoni, protestanti, sono piu’ propensi a fare le cose bene evitando in primo luogo i conflitti di interesse. Secondo la tradizione Cattolica, di contro, la scienza e’ apportatrice di pensiero critico e la critica, si sa, non s’ha da fare. Eccezione notevole e’ quella della Spagna, paese cattolico che sta abbracciando la peer-review con risultati eccellenti. Quale e’ la differenza tra la Spagna e l’Italia, mie cari lettori?

[1] Non svuotate la ‘peer-review’, Gilberto Corbellini, Il Sole 24 Ore, 14 Giugno 2009, pagina 35.

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