Massimo Pinto

Nucleare da fissione contro energie rinnovabili

09 Nov 2009

Davanti ad un mare burrascoso, al Centro Congressi dell’Universita’ di Napoli Federico II si e’ svolto il workshop intitolato “Energia e Radiazioni, quali prospettive dalla ricerca?” Molto meno burrascoso e’ stato invece il contradditorio che e’ emerso nel corso della giornata, tra coloro i quali auspicano l’uso del nucleare da fissione e chi, invece, preferirebbe vedere sviluppare le sorgenti di energia alternativa, quali il solare e l’eolico. Altro che Annozero.

Beata sia la mia ignoranza: confesso che non riesco ad uscire da questo dilemma con una posizione coerente, e la giornata di oggi mi ha aiutato poco perche’ tutti i relatori sono stati molto convincenti nelle loro esposizioni. Il Dr. Stefano Monti (ENEA) ha parlato dello stato d’avanzamento sull’uso dell’energia nucleare da fissione nel mondo, chiarendo anche molti punti, spesso oscuri, sul nucleare di III, III+ e IV generazione[1]. Ascoltandolo, si aveva l’impressione che il nucleare da fissione sia oramai una cosa sicurissima. I punti piu’ salienti, che secondo la mia sensibilita’ dovrebbero essere discussi di piu’ con la societa’ civile:

1) L’incidente di Chernobyl del 1986, da un un punto di vista ‘tecnico’ non ha nessuna rilevanza sul perfezionamento delle misure di sicurezza da adottare nei reattori per uso civile. Il reattore di Chernobyl serviva a produrre plutonio per uso bellico (oltre che produrre energia elettrica per uso civile), e per facilitare il trasporto del plutonio prodotto dal reattore, pensarono di non racchiuderlo in un guscio di sicurezza. Se ci fosse stato un guscio protettivo, questo avrebbe contenuto le dispersioni di radioattivita’ nell’ambiente 2) Molto piu’ rilevante di Chernobyl e’ l’incidente ad un reattore di Three Miles Island (USA) del 1979, in conseguenza del quale, pero’, non ci sarebbe stata nessuna conseguenza ne’ sull’uomo ne’ sull’ambiente. L’incidente di Three Miles Island e’ servito a perfezionare le misure di sicurezza nei reattori piu’ moderni. 3) I reattori di IV generazione, quelli che recuperanno parte delle scorie radioattive, rendendole utilizzabili ancora, sono ancora una realta’ molto lontana ed anche se si prevede di poter avere a disposizione i primi reattori di questo tipo intorno al 2030, si potra’ parlare di pieno utilizzo di questo tipo di reattori solo dopo il 2050. Aspettare il lancio di questi reattori, insomma, non e’ ragionevole. Del resto, dal punto di vista della sicurezza, con quelli di terza generazione (oggi gia’ in costruzione nel mondo, ed uno gia’ funzionante in Giappone, perfettamente sopravvissuto ad un terremoto 20 volte piu’ forte di quello dell’Abruzzo) pare si sia raggiunto un livello difficilmente perfezionabile. Il valore aggiunto della IV generazione, piu’ che la sicurezza, saranno i costi di esercizio, l’impatto ambientale e la produzione di idrogeno sul sito della centrale.

C’e’ stato poi chi ha parlato del nucleare con meno entusiasmo, come il Professor Vincenzo Balzani (professore a Bologna ed autore, con Nicola Armaroli, del libro Energia per l’Astronave Terra e presidente dell’appello http://www.energiaperilfuturo.it/). Nelle sue parole (ma anche nell’articolo pubblicato su Repubblica R2 di oggi) i costi del nucleare da fissione crescono, perche’ ciascuno Stato dovra’ gestire i propri siti di stoccaggio delle scorie radioattive, e questo si aggiunge alla bolletta. Da un punto di vista etico, diceva con passione Balzani, lasciare il problema (delle scorie) alle generazioni successive non e’ una scelta onorevole. Ed ancora, il nucleare non ci abitua ad una logica di risparmio, mentre dovremmo, nel rispetto dell’umanita’ intera, includendo sopratutto i paesi che si stanno sviluppando e che hanno diritto allo stesso benessere di cui beneficiamo noi oggi:

1) riacquistare il senso del limite 2) vivere secondo l’etica della sobrieta’ 3) compiere le nostre azioni come se facessero la differenza, perche’ la fanno[2]

Una gran bella giornata davvero. Domattina torno in laboratorio a fare il radiobiologo.

[1] Parte della presentazione del Dr Monti si basa su un documento, di produzione ENEA, il cui indice e’ visionabile in versione PDF sul portale ENEA.

[2] Citazioni la cui fonte non ho fatto a tempo ad annotare

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